NEONATO

Quanto fa male partorire?

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Che tipo di dolore è? È vero che è insopportabile? E da cosa dipende? Sono solo alcune delle tante domande che incuriosiscono le donne che non hanno ancora avuto figli.

Quando sta per arrivare il momento del parto, poi, puntuali arrivano i dubbi dell'ultima ora. Ti sei dimenticata tutte le indicazioni che ti hanno dato? Non spaventarti perché capita a tutte! Cerchiamo allora di avvicinarci a questo momento, e di rispondere alle domande del preparto con una miniguida da tenere a portata di mano.

Un dolore diverso dagli altri.
La percezione del dolore del parto è molto soggettiva e, non a caso, ogni donna descrive in modo diverso la sofferenza che ha provato nel dare alla luce il proprio figlio. Cosa distingue il dolore del parto da tutti gli altri?

Innanzitutto la sua ritmicità perché è caratterizzato da continue contrazioni ed espansioni, malessere e benessere, accelerazioni e rallentamenti. Questo ritmo ha la funzione di favorire l'adattamento graduale di mamma e bambino alla progressione del travaglio e quindi all'intensificarsi del dolore.

picchi di dolore si alternano a pause di assenza di sofferenza e l'organismo della mamma produce endorfine ed encefaline, sostanze che inibiscono il dolore e permettono di sopportarlo con più forza e coraggio. A causare il dolore del travaglio è lo stiramento del collo dell'utero, che si accorcia e si dilata per favorire il passaggio del feto, creando il cosiddetto canale del parto. A subire uno stiramento sono i legamenti uterini, mentre le articolazioni del bacino e le radici nervose del plesso lombo-sacrale vengono compresse.

Nel periodo espulsivo, invece, il dolore è dovuto alla dilatazione, allo stiramento e alla distensione del perineo e della vulva, e la sua intensità è proporzionale alla contrattura di queste parti.

(Fonte: http://quimamme.corriere.it)

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