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Parto in acqua, i benefici per mamma e bambino

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Il parto in acqua, sperimentato per la prima volta in Unione Sovietica, consiste nell’immersione in acqua calda della mamma durante il travaglio.

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Una pratica dolce

Il parto in acqua, sperimentato per la prima volta in Unione Sovietica, consiste nell’immersione in acqua calda della mamma durante il travaglio. Introdotto nell’Europa occidentale negli anni ’80, è stato considerato da subito alla stregua di pratica new age, fondata sull’importanza degli aspetti spirituali celati attorno al concetto di nascita in sé.

Nonostante tutte le false credenze che l’avevano etichettato come una pratica poco sicura, il parto in acqua non è più considerato né pericoloso né miracoloso, ma anzi, anche in Italia, è spesso proposto come alternativa collaudata a quello classico.

In tutta sicurezza

I risultati e i test effettuati su questa pratica non hanno evidenziato alcun aumento di infezioni nella mamma e nel bambino, né complicazioni particolarmente pericolose.

Il parto in acqua, infatti, sfrutta il “riflesso di apnea”, che si attiva bloccando l’atto respiratorio, proprio quando l’acqua entra in contatto con i recettori cutanei del viso: un bimbo sano, quindi, non rischia in alcun modo di “bere”. Poiché il riflesso di apnea viene sviluppato sono nelle ultime settimane della gravidanza, il parto in acqua non viene offerto alle mamme pretermine.

Un’alternativa ai farmaci

Poiché alle partorienti che scelgono questa opzione non può essere concessa l’anestesia epidurale, gli aspetti positivi di questa pratica sono proprio una riduzione drastica della richiesta di farmaci contro il dolore e un maggior gradimento delle mamme che vivono il momento con più serenità.

L’acqua calda, sostengono gli esperti, determina un rilassamento del perineo e riduce le contrazioni muscolari che sono all’origine del dolore. Il piacevole tepore sprigionato dall’acqua, inoltre, stimola la produzione di endorfine, che consentono alla donna in travaglio di rilassarsi meglio tra una contrazione e l’altra, facilitando e riducendo i tempi del parto.

Il relax della libertà

Il relax di quest’alternativa è totale e, soprattutto, permette di scegliere liberamente e in piena autonomia la pratica e la posizione. Le stanze ospedaliere adibite al parto in acqua prevedono di entrare e uscire liberamente dalla vasca, sdraiarsi e fare la doccia.

Anche la posizione nella vasca è libera: in acqua si può stare sedute, supine, semisdraiate o in ginocchio. L’ostetrica che assiste al parto a bordo vasca, poi, si preoccuperà di compiere tutte le manovre necessarie per l’assistenza.

I benefici per il bambino

Il parto in acqua rappresenta la pratica più opportuna per alleggerire  il “trauma della nascita”, cioè il passaggio brusco e repentino dal mondo liquido a quello aereo. Il parto in immersione, infatti, funge proprio da passaggio intermedio, caratterizzato da un ambiente per conformazione e temperatura molto simile a quello che il bambino lascia nella pancia della mamma.

Una volta nato, il bimbo viene portato in superficie e dato in braccio alla mamma. Proprio l’acqua, infatti, avvantaggia l’instaurarsi di un legame subito profondo tra il piccolo e la mamma, offrendo la serenità di un abbraccio caldo e intimo.

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