NEONATO

L'ABC dello svezzamento

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Tutto e il contrario di tutto sulle nuove frontiere dello svezzamento che lasciano ampio margine di libertà ai genitori!

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Un tempo per ogni cosa

Lo svezzamento è una questione delicata che interessa le mamme e i piccolini attorno al sesto mese di vita di quest’ ultimo e che incorona con sorpresa e novità un nuovo rito: quello della pappa!
Tradizionalmente l’inizio dello svezzamento avviene tra i quarto e il sesto mese, non prima e non oltre questo lasco di tempo. La famiglia stessa potrà regolarsi sulla base dei segnali che il bambino stesso trasmette. Se si tratta, ad esempio, di un piccolo curioso e attratto dal cibo si potrà già iniziare attorno al quinto mese di vita anche giocando su una certa flessibilità, purché le pappe vengano proposte tra la 17ma e la 26ma settimana di vita!

La frutta
Iniziare lo svezzamento con l’integrazione graduale della frutta omogeneizzata è, in realtà, una tradizione tipicamente italiana che non trova riscontro in altre realtà estere. È la scelta più immediata  e semplice per ogni genitore che preferisce la scelta di un alimento leggero e poco calorico. Le nuove frontiere dello svezzamento, in realtà, suggeriscono di offrire al piccolino una pappa contenente carne e di concludere, casomai, il pranzo con un cucchiaino di frutta.

Carne e pesce
Molti genitori scelgono di introdurre la carne sfruttando la comodità dei liofilizzati che, essendo liquidi, permettono un passaggio più graduale da un’alimentazione esclusivamente lattea. Anche in questo caso gli esperti suggeriscono di utilizzare senza indugio gli omogeneizzati giocando su una diversa consistenza, senza paura che il piccolo non li accetti.
Nel caso di doppia pappa, però, è bene equilibrare correttamente gli ingredienti e, se si è consumata la carne a pranzo, meglio variare con il parmigiano, pesce o uova nella pappa della sera.

Glutine, pesce e uovo
La ‘vecchia scuola’ dello svezzamento raccomanda di introdurre nella dieta del piccino nuovi cibi uno alla volta e secondo uno schema rigido ben preciso. Questa tendenza è stata però superata da un approccio meno rigoroso che, però, inizia con la scoperta dei sapori meno forti.
La vera novità, però, è quella secondo cui non si raccomanda più di attendere l’ottavo e il nono mese per proporre gli alimenti potenzialmente allergizzanti.
Attendere, infatti, non è affatto necessario, ma, anzi, ci sono studi veri e propri che sostengono come la percentuale sei soggetti allergici aumenti parallelamente al ritardo con cui i cibi potenzialmente vengono somministrati la prima volta.

Il latte
Durante lo svezzamento il latte materno resta l’alimento principale a cui i cibi solidi si accostano per tutto il primo anno di vita del bambino. Se i bimbi allattati al seno continueranno a poppare in libertà, quelli allattati con latte artificiale lo consumeranno comunque a colazione e per merenda, con all’occorrenza l’aggiunta di un biscotto.
Per il latte vaccino, invece, è bene aspettare il primo anno perché, oltre a contenere un eccessivo apporto proteico, può essere causa di piccoli disturbi gastrointestinali o di intolleranze.

Un approccio sereno
Il processo di svezzamento è una fase che va vissuta dal bambino e dai genitori con la massima tranquillità e serenità. Ogni piccolo ha i suoi tempi  e non bisogna perdere la pazienza o avere fretta davanti agli eventuali rifiuti. I giochini e i piccoli trucchi per cercare di distrarre il piccolo servono poco,  quello che si può fare è lasciar passare qualche giorno per poi riprovare nuovamente successivamente, senza correre il rischio di infastidire il piccolino con la troppa insistenza.
Quello al cibo è un approccio fondamentale che, se non avviene in totale tranquillità, potrebbe condizionare il futuro rapporto del piccolo con l’alimentazione.

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