SCUOLA ED EDUCAZIONE

Porta il pupo al museo

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Specialmente in vacanza, ma anche durante una gita, può nascere il desiderio di visitare un museo. Portaci anche tuo figlio!

Ma chi l'ha detto che i musei devono necessariamente essere una barba per i bambini? Forse era vero una volta, quando i musei erano luoghi poco attraenti anche per gli adulti. Oggi non più, grazie a percorsi museali più coinvolgenti, didascalie che vanno incontro al visitatore con un linguaggio chiaro e strategie espositive accattivanti che colpiscono l'attenzione come suoni, filmati, animazioni elettroniche. Da pochi anni sono nati, poi, veri e propri musei pensati per i piccini. Ma è soprattutto facendo leva sulla naturale e insaziabile curiosità del bambino che sarà possibile fargli fare un giro al museo senza che si annoi a morte. Tutto sta nel trovare il giusto approccio psicologico. Chi può farlo meglio dei genitori?

Innanzitutto bisogna partire dall'età del bambino, dato fondamentale per scegliere bene, poiché è improponibile, oltre che "sadico", pretendere di portare un bébé agli Uffizi.

  • Musei per bambini da uno a tre anni (sì hai letto bene). I musei adatti ad accogliere un pubblico così giovane non sono molti e sono decisamente particolari, ma esistono. La "Cité des sciences et de l'industrie" a Parigi, il "Science Center" di Napoli e altre strutture in Spagna, Danimarca, Finlandia, Germania e Inghilterra sono preparati per questo. Si tratta di laboratori, più che di musei tradizionali, dove è "vietato non toccare" e ovviamente "non giocare", dato che a quest'età tutto è gioco. Qui i pargoli possono collaborare tra loro fare esperimenti di gruppo, osservare e toccare animali viventi.

  • Da tre a sei anni. I bambini di quest'età non sono ancora pronti per visitare i musei da adulti. Impossibile imporgli di stare zitti e fermi: la visita risulterebbe una tortura per loro e un disturbo per gli altri visitatori. Ma a parte i musei con laboratori artistici dove il bimbo può dipingere o giocare con costumi d'epoca, come a Palazzo Vecchio di Firenze, negli altri si può usare qualche trucco. Specialmente per i più grandi la visita al museo può essere interpretata come un gioco. Ad esempio suggerendo di cercare gli animali raffigurati nei quadri, contare i personaggi con il vestito rosso, indovinare a chi assomigliano le persone ritratte (personaggi dei cartoon o dei fumetti o qualche parente). Con i più grandini è possibile giocare ad immaginare le frasi che i personaggi dei quadri pronuncerebbero se avessero la parola. Naturalmente i musei di storia naturale con animali impagliati, fossili e scheletri ricostruiti stimolano molto di più la curiosità di un bambino.

  • Dai sette anni. Ogni museo diventa teoricamente affrontabile compiuti i sette anni, ma va da sé che è meglio evitare quelli vecchio stile. Occorre invece tenere conto delle curiosità del bambino -finita l'età dei perché insistenti e pretestuosi, comincia quella dei "che cos'è" e "come funziona"- cercando di assecondare i suoi interessi: esperimenti scientifici, meccanica, preistoria e storia, archeologia, mestieri e tecniche, miti dell'antichità. Tutto ciò è particolarmente stimolante agli occhi di un bambino, l'importante è presentarglielo con i dovuti modi e con la giusta pazienza. Quello che a noi può sembrare ovvio spesso per un bambino non lo è: ricordiamoci di spiegargli tutto in modo semplice e di rispondere alle sue domande. Se non lo ascoltiamo potrebbe annoiarsi e ne avrebbe tutto il diritto.

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