ADOLESCENZA

Crescere è un gioco da ragazzi

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Una partita a carte, due tiri di pallone, un'ora a vestire bambole: il tempo speso per giocare con i propri figli non è solo un'attività di svago.

Oggi per colpa dell'uso frequente nelle case di televisione, computer ed internet o per la presenza durante le ore libere del bambino di baby-sitter o dei nonni, il tempo che i genitori dedicano al gioco con i figli è ridottissimo se non addirittura inesistente. I fratelli a volte diventano un'ulteriore scusa per il genitore per  non partecipare ai giochi che i bambini organizzano. La mancanza di tempo dedicato al gioco all'interno del nucleo familiare è da considerarsi una vera carenza nello sviluppo intellettivo, cognitivo ed affettivo del figlio, una necessità vitale che non va trascurata simile a quella di cibarsi o di dissetarsi.

Il gioco insegna al bambino l'osservanza delle regole (che cosa si può fare e che cosa no), l'essere perseveranti e l'avere fiducia nelle proprie capacità anche dopo una sconfitta, aiuta a fargli comprendere la possibilità di essere puniti in conseguenza all'azione svolta. Se il bambino imparerà ad osservare i regolamenti senza privilegi crescerà con una maggior sicurezza e fiducia nelle proprie capacità. Per il bambino, grazie al gioco, inizia un processo di elaborazione tra mondo esterno e mondo interno, cominciando così ad accettare le esigenze di queste due realtà.

Una sfida alla Playstation con il padre o perché no con la madre può aiutare il rapporto tra il ragazzo e i genitori? La risposta è sì, anche questo tipo di gioco diventa un elemento di unione tra i genitori e il ragazzo, un mezzo per avere un ulteriore tema di discussione e di dialogo.

Bisogna indirizzare il bambino fin da piccolo verso giochi che stimolino la sua creatività e la sua intelligenza e che coltivino i suoi interessi. Anche lo sport di squadra diventa una palestra di vita in quanto porta sia maschi che femmine ad affrontare meglio il loro futuro lavorativo: da adulti saranno facilitati nei rapporti con i colleghi dello stesso gruppo di lavoro (una equipe medica, un team aziendale). Le bambine, future donne in carriera,non si troveranno così svantaggiate sul lavoro rispetto agli uomini poiché il gioco di squadra le avrà abituate fin da piccole ad attenersi a regolamenti e schemi ben precisi.

I genitori devono dare per primi l'esempio mentre giocano con il bambino senza prevaricare o sostituirsi a lui. E' indispensabileinoltregarantire al proprio figlio uno spazio nel quale possa dare libero sfogo alle proprie pulsioni interne per poter vivere con spensieratezza  parte del proprio tempo libero.

Ecco qui  di seguito altri spunti di riflessione per i genitori sull'approccio al gioco:

-  il bambino deve decidere da solo il tipo di gioco che vuole fare e per quanto "strampalato" o fuori dagli schemi il genitore deve accettarne regole e modalità;

-  il bambino per essere felice deve giocare, correre e sporcarsi: al bando quindi vestiti impegnativi o troppo costosi che impedirebbero al bambino di familiarizzare con l'ambiente e con gli altri bambini;

-     non essere impazienti davanti al gioco che si sta svolgendo poiché il mancato raggiungimento dello scopo prefissato dall'attività ludica può portare il ragazzo a scoraggiarsi e a pensare di non riuscire a farcela da solo;

-     mai proibire i giochi organizzati dai bambini, a meno che non siano pericolosi, ma vigilare senza interferire. E' anche importante valorizzare qualsiasi tipo di gioco sia stato organizzato non per l'eventuale risultato raggiunto ma proprio per l'organizzazione in se;

-     il genitore non deve comunicare insoddisfazione, correggere o modificare il gioco in corso, in quanto in questo modo allontana l'interesse del bambino da quel tipo di gioco o di giocattolo;

-     non bisogna costringere il bambino a giocare sempre in compagnia: un bambino che ogni tanto gioca da solo impara a misurarsi meglio con le proprie forze.

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