NEONATO

Il bucato del neonato

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Il primo bucato del proprio bimbo: un momento unico e speciale che, senza i consigli giusti, può trasformarsi in una fonte di “stress” per le future mamme.

Durante la mia prima gravidanza ho attraversato un grosso momento di stress: quello della preparazione della valigia del bimbo per l’ospedale. Io amo compilare liste e leggere quelle altrui, l’ospedale dove avevo deciso di partorire me ne aveva consegnata una piuttosto scarna e lacunosa nella quale si indicava l’occorrente per il bebè in modo approssimativo. Soprattutto non c’era nessuna indicazione in merito al lavaggio dei capi che Niccolò (il mio primogenito) avrebbe indossato nei suoi primi giorni.

“Ok Olga respira, proprio come ti hanno insegnato al corso pre-parto!”

Il caso “lavaggio corredino bebè” è ben presto diventato una questione famigliare della massima importanza. Come per l’intera gravidanza ho commesso l’errore di affidarmi a San Google per scovare utili consigli sul lavaggio trovando opinioni le più disparate: no all’ammorbidente irrita la pelle, si all’aceto bianco (di mele?Di riso?Di vino?Oh mamma mia e adesso come faccio a scegliere!!!), attenzione ai residui di sapone sui capi, effettuare un doppio risciacquo e così via.

Ecco come mi sono mossa: ho lavato le tutine in lavatrice temendo che il lavaggio a mano potesse lasciare tracce di sapone, ho preventivamente fatto andare a vuoto la lavatrice per pulirla. Ho lavato i capi (rigorosamente separati dal resto) usando un sapone liquido specifico per neonati. Ho effettuato un doppio risciacquo. Ho disinfettato lo stendino, pulito da cima a fondo la cameretta, disinfettato anche le mie mani e appeso i vestitini evitando di respirare, parlare, sudare. Poi ho sigillato la cameretta con dentro lo stendino inibendo l’ingresso a mio marito. Non aprite quella porta

“Olga scusa dovrei prendere la mia chitarra, è in cameretta!”

“Coosa???Ci sono “i vestitini di Niccolò”, chiedi una chitarra in prestito al vicino di casa!”

“Ma Olga, te lo giuro entro senza nemmeno sfiorarli, ti pregoooo!”

“NO!”

Poi è arrivato il momento topico della sigillatura sotto vuoto dei capi. Ho creato una vera e propria catena di montaggio. Mia mamma stirava, io “insacchettavo” (usando i sacchetti per alimenti) e sigillavo. Anche in questo caso si è resa necessaria la bonifica preventiva dell’ambiente di lavoro e la vestizione con tute bianche da allarme chimico-batteriologico (no dai scherzo, non ero completamente fuori di senno!). 

A mia discolpa posso dire che si trattava del primogenito e per il primogenito le esagerazioni sono sempre all’ordine del giorno. Dopo 21 mesi ho partorito il secondo bimbo e per lui ho fatto un bucato..emmh...diciamo alla buona. Di certo non ho disinfettato lo stendino, né chiuso ermeticamente la porta, credo addirittura di aver steso le tutine in giardino, al sole, incurante del pericolo insetti, gatto del vicino (quello che una chitarra in realtà non la possiede), pericolo pioggia del marzo pazzerello.

Mio marito mi prende ancora in giro per “ivestitinidiNiccolò” ormai diventato un nuovo, unico termine nel linguaggio domestico ma io ho senza dubbio imparato la lezione, ecco per voi qualche consiglio:

  • Calmatevi, prendetevi cura dei capi del bebè in arrivo gustandovi davvero il momento magico che state vivendo, senza stress.
  • Usate un detersivo delicato, ipoallergenico, formulato appositamente per la pelle delicata del vostro piccolo. Io ho scelto Bio Presto Baby, testato sotto controllo pediatrico.
  • Si all’ammorbidente purché sia delicato e ipoallergenico: renderà i capi più morbidi e quindi più confortevoli per i neonati.
  • Lavate le tutine separatamente dagli altri capi e risciacquate con attenzione (il doppio risciacquo ce lo possiamo concedere mamme!)
  • Dopo il lavaggio asciugate immediatamente il bucato
  • Nell’attesa leggete un bel libro, guardate un film, insomma godetevi il silenzio della vostra casa perchè non durerà a lungo!

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