ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI

Mici, questi insaziabili

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Cosa si nasconde dietro questi atteggiamenti? Non è che anche loro, come gli esseri umani, hanno delle proprie preferenze? Come gli altri mammiferi, anche per il gatto il senso del gusto è controllato dalle papille gustative e dalle terminazioni presenti nella bocca e sulla lingua; 3.000 ricettori nel gatto contro i 7.000 dell'uomo.

A livello di preferenze, sembra che il nostro micio prediliga sapori salati e aspri piuttosto che quelli dolci e amari. Dalle ultime ricerche svolte in America, in particolar modo dal Monell Chemical Senses Center di Filadelfia, è stato svelato il mistero che avvolgeva questo strano rapporto tra gatti e gelati: ai mici non piacciono i dolci semplicemente perché non ne percepiscono il sapore. Ma ogni gatto è diverso e di sicuro molti potranno testimoniare di come il proprio gatto sia ghiotto di gelato. Le eccezioni che confermano la regola.

Ci sarebbe una ragione genetica dietro l'assenza dei dolci nella dieta felina. Le papille gustative del gatto (così come degli altri felini) sarebbero infatti prive di una particolare proteina che consente la formazione dei recettori del sapore dolce sulla lingua degli animali. La ricezione per il gusto dolce nei mammiferi è data da due proteine note come T1R2 e T1R3, ma nei gatti il gene responsabile della codifica della prima sarebbe proprio "difettoso".

L'incapacità di apprezzare i cibi dolci e quindi l'assunzione di zuccheri, ha portato i gatti a sviluppare una dieta carnivora, anche se è bene precisare che anche qui valgono le eccezioni. Non è raro che un gatto si aggiri per la stanza in cerca di gelato e frutta, ma più che di golosità per il sapore dolce, si tratta piuttosto di curiosità tutta felina per i colori, la forma e la consistenza.

Quest'ultima soprattutto è un fattore molto importante per la scelta del cibo da ingerire, forse anche più della qualità salata o aspra che comunque apprezzano. I recettori di pressione e movimento permettono ai felini di valutare alcune caratteristiche, in primis durezza ed elasticità, prediligendo i cibi croccanti e morbidi. La consistenza sarà un fatto importante anche in età più avanzata. Infatti, con l'invecchiamento il gusto si deteriora, e il gatto inizierà a scegliere il cibo più per la stessa consistenza che per il gusto.

Altri fattori che determinano la scelta di un cibo piuttosto che un altro, sono le materie prime e la loro formulazione, l'aroma e la forma, oltre ad altri fattori esterni come situazioni di stress nell'animale e le proprie predisposizioni individuali. Non ultima, la sensazione che prova appena finito di mangiare, la quale è data dai principi nutrienti presenti nel cibo.

C'è poi da dire che il gatto, abituato fin dal primo giorno di vita a riconoscere i sapori, ha dei gusti difficili e può essere davvero molto capriccioso. Si stanca di mangiare sempre lo stesso cibo, e a volte va incontro ad avventure pericolose nella ricerca di altre leccornie, pur avendo la ciotola piena. Un tipico esempio è quando salta sul tavolo incuriosito da pietanze che può solo immaginare, o quando esce a caccia all'esclusiva ricerca di nuovi sapori.

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