GALATEO MODERNO

Chat di classe, le regole per usarle senza esagerare

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Le chat sono un nuovo modo per comunicare tra genitori: molto spesso però questi gruppi non servono a scambiarsi informazioni, ma sono semplicemente molesti. Ecco il galateo per non viziare un strumento potenzialmente utile.

Le chat di classe sono l'ultima moda tra le mamme contemporanee e sono anche un vero e proprio incubo per quelle signore che non riescono a sottrarsi dalle notifiche a pioggia che ogni giorno colpiscono lo smartphone. Per chi riesce a essere poco presente, a causa del lavoro, la chat di WhatsApp è utile per essere informati sugli eventi, le gite, il comportamento dei ragazzi e degli insegnati, ma spesso diventa un luogo di chiacchiere inutili e di sterili lamentele.

Se anche tu fai parte di quelle mamme che si sono lasciate prendere un po' la mano, sappi che anche le chat hanno una sorta di galateo. Come mai? Non sono una valvola di sfogo privata e non tutti i genitori hanno voglia di ricevere comunicazioni inutili. Ecco quindi alcune regole per usarle senza esagerare.

Ricordati che la chat di classe non è il luogo dove:

criticare gli insegnati e i ragazzi

fare polemica con altri genitori per questioni private (se i vostri figli hanno litigato, risolvetela altrove)

discutere o muovere accuse al sistema (no anche alla campagna elettorale o ai movimenti non vax)

esprimere la propria ansia, rabbia o qualsiasi altro sentimento

organizzare gli scambi (figurine, raccolte del supermercato, compiti a casa ecc)

organizzare le feste della propria prole

• diffondere timori (ho sentito dire che c'è stato un caso di meningite. Hai sentito dire? Qui solo notizie pratiche e fondate)

mandare catene (video divertenti, video sulla maternità, sulle fatiche dei genitori, sui gatti, auguri o altro sono da bandire)

mandare fotografie private

chiedere un consulto medico (per quello c'è il pediatra, chiama lui o lei)

intavolare conversazioni private (se devi parlare con un genitore, lo contatti privatamente non in chat)

farsi pubblicità (ci sono genitori che condividono annunci promozionali della propria attività professionale: ma anche no!)

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