PSICOLOGIA

Sognare fa bene alla mente

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Gli studiosi si interrogano da sempre sul ruolo indispensabile giocato dai sogni per le nostre menti e, di conseguenza, sulla reazione tra il cervello e la fase onirica.

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Il sogno e la memoria

Gli studiosi si interrogano da sempre sul ruolo indispensabile giocato dai sogni per le nostre menti e, di conseguenza, sulla reazione tra il cervello e la fase onirica.

Il sogno assume un ruolo fondamentale durante il sonno: nella fase non-Rem rafforza la memoria, mentre durante la fase Rem svolge il compito fondamentale di riorganizzare i ricordi archiviandoli in modo da avviare un confronto tra nuove e vecchie esperienze.

Quest’azione servirebbe a non intasare l’archivio generale che è la nostra mente, eliminando il superfluo di cui, spesso, è “intasata” e a lanciare alla nostra coscienza vari segnali di pericolo, nel caso in cui se ne presentassero di concreti.

Stop all’ansia

Sognare è un balsamo per ritrovare l'equilibrio psichico, allontanare l’ansia e combattere ogni forma di stress. Ma non ricordare cosa si è sognato, al risveglio, è sintomo di un congelamento interiore.

Parola dei massimi esperti: “Tutti sognano, ma oggi consideriamo i sogni alla luce di una complessa teoria neuro-evolutiva, secondo la quale essi sono in grado di assolvere la vitale funzione di ‘resettare’ tutto il sistema nervoso centrale”. Niente paura, se ti sembra di non ricordare affatto i sogni della notte trascorsa, puoi allenare la tua memoria con moltissimi accorgimenti, tra cui quello di tenere un diario su cui annotare le impressioni e le parole chiave appena sveglia.

Il sogno come “liberazione”

Nella vita quotidiana gli eventi ci portano ad accumulare squilibri, frustrazioni, tensioni, che l'individuo incamera in un serbatoio chiuso. Il sogno apre la teca blindata delle nostre emozioni profonde, le proietta sullo schermo della nostra mente e ricostruisce l'equilibrio psichico, metabolizzando e aiutandoci a comprendere ciò che nella giornata ci ha turbato, eccitato, frustrato o ferito.

È bene essere consapevoli che non avere memoria del sogno non significa non sognare. Chi non ricorda le immagini oniriche è semplicemente vittima di un grave processo di congelamento dell'energia affettiva profonda: insomma ha una vita affettiva interna molto inibita.

Il sogno, in breve, è la via principale all'inconscio, “l'autostrada che ci porta a conoscere nei particolari il funzionamento del nostro mondo interno”, sostengono gli esperti.

I sogni ricorrenti

I sogni ricorrenti sono la spia di un evento particolarmente intenso, che ci ha turbato. “Se si è subito un trauma, si tende ad avere sogni ricorrenti”, spiegano gli esperti “perché il sistema nervoso centrale cerca di metabolizzare un'esperienza così profonda o dolorosa, che un sogno solo non basta”.

I sogni ricorrenti si ripetono con una frequenza più o meno regolare e presentano lo stesso tema. La struttura del sogno, le scene, le atmosfere, la sequenza scenica possono essere fisse, oppure variare mantenendo un unico elemento che ritorna con insistenza. La frequenza di questi sogni ed il carico di ansia o di emozioni che ne deriva, sono direttamente proporzionali all’urgenza del “problema” che viene rappresentato in modo simbolico, e che è completamente ignorato a livello di coscienza.

I sogni spaventosi

Anche i sogni curiosi o particolarmente paurosi sono un invito a prestare attenzione a se stessi, proprio come quelli ricorrenti.

È importante comprendere la reale gravità della situazione e, se ci si ritrova particolarmente turbati dopo un sogno, è bene interpellare uno psicoterapeuta esperto, che potrebbe essere d’aiuto nel conoscere cose fondamentali su se stessi. L’origine di questi sogni, in ogni caso, può derivare da un’emozione o sentimento inconscio o, in alcuni casi, anche da una situazione che è causa di dolore e turbamento. Individuare la causa, in questi casi, è in assoluto il primo passo per dormire sonni tranquilli.

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