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Pap test: ogni quanto va fatto?

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Pap test: ogni quanto va fatto? Scopri di più su uno degli strumenti di screening più importanti per ogni donna.

Se non hai mai eseguito un Pap test, non è mai troppo tardi per sottoporsi a quest’esame molto semplice, ma fondamentale perché in grado di diagnosticare la presenza di lesioni alle pareti del collo dell’utero nei primi stadi. Nel caso siano presenti sospette lesioni pre-tumorali - HPV, virus del papilloma che è la causa principali dei tumori del collo dell’utero - oltre al Pap test dovrai sottoporti anche a una colposcopia. Se è il caso, lo specialista che ti segue amplierà gli accertamenti con una biopsia della cervice uterina.

Vista la fondamentale importanza di questo primo strumento di screening, i ginecologi consigliano di effettuare il primo Pap test dopo i primi rapporti sessuali. Il primo Pap test in assoluto dovrebbe essere eseguito tra i 21 e i 25 anni, per poi ripeterlo ogni tre anni in caso di negatività. In caso di risultati anomali il ginecologo potrebbe consigliare altri test - come la colposcopia - o la ripetizione dell’esame a breve distanza di tempo. In una donna vergine il rischio di cancro al collo dell’utero è molto basso.

Tuttavia, anche una donna che non ha mai avuto rapporti sessuali può sottoporsi al test. Il ginecologo - preventivamente informato - adotterà una tecnica meno invasiva senza intaccare l’imene. Il Pap test andrebbe ripetuto anche dopo la menopausa - fino ai 70 anni - in quanto può fornire informazioni sullo stato dell’endometrio uterino. Per una buona riuscita dell’esame e per non alterare i risultati è opportuno che effettui il Pap test lontano da mestruazioni, rapporti sessuali e lavande vaginali.

Precisamente: nel periodo compreso tra i 3-5 giorni che precedono e che seguono il ciclo mestruale; prima del test osserva 2-3 giorni d’astinenza da rapporti con il partner; evita nei 3-5 giorni che precedono l’esame l’applicazione di creme, ovuli e lavande. Il Pap test in sé è un esame semplice e indolore.

Consiste nel prelevare con una piccola spatola alcune cellule del collo dell’utero che vengono strisciate su un vetrino e portate ad analizzare in un laboratorio di citologia. Se non risulta alcuna alterazione, riceverai la comunicazione tramite lettera; nel caso sia presente qualche alterazione cellulare sarai avvertita telefonicamente e invitata a ripetere il test o a fare ulteriori approfondimenti.Un test come questo è d’obbligo perché consente d’intervenire per tempo ed è in grado di localizzare precocemente eventuali lesioni. Consente così alla paziente di sottoporsi a terapie per evitare che le lesioni - pur lentamente - diventino più gravi. Se non l’hai ancora fatto, o è trascorso molto tempo dall’ultimo, consulta il tuo ginecologo di fiducia e ricorda: la parola d’ordine è prevenzione.

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